Giornata contro il Bullismo

Terrier di tipo bull, gruppo 3 delle razze ENCI. Il termine bull deriva da toro, simbolo di forza, grossa massa muscolare e presunzione, il bullismo in cinofilia.

I cani di tipo bull sono stati selezionati nel medioevo proprio per combattere contro altri animali e per dare spettacolo. Solo le razze più possenti potevano sfidare e battere i tori.
Anche se in realtà appartengono alla sezione Terrier di tipo Bull solo

  • l’ American Staffordshire Terrier,
  • lo Staffordshire Bull Terrier,
  • il  Bull Terrier,
  • il Bull Terrier Miniature.

possiamo notare come diverse razze hanno il termine bull nel nome, per esempio il bulldog inglese,il bullmastiff o il bouledogue francais. Semplicemente perché il loro atteggiamento è da “bulli”, da cani muscolosi dall’aria cattiva e prepotente.

L’aspetto da duri dal cuore tenero

Sebbene oggi una buona selezione caratteriale ne mantiene solo l’aspetto “da duri”, dandogli invece un’ottima docilità nei confronti dell’uomo, non possiamo omettere che in origine sono stati selezionati proprio per combattere e quindi sottomettere gli altri animali.

staffordshire terrier amstaff bullismo

Molte persone prendono un pitbull da cucciolo, certe che potranno abituarlo a giocare con gli altri cani da adulto.

La famigliola con un “bullo” di 10 mesi che inizia a litigare al parco, viene al campo d’addestramento chiedendomi di educarlo. L’educazione però non può sradicare la sua vera natura, non è possibile cambiarla totalmente ma è possibile gestirla e controllarla. Un buon lavoro relazionale col proprietario può rendere un bullo tollerante alla presenza di altri cani, anche se non potremmo mai avere la certezza assoluta che potrà giocare liberamente con loro senza incorrere in qualche scontro. 

Quali energie alimentano il bullismo

Il problema principale è capire quale sia l’energia maggiormente utilizzata dal cane per compiere le sue azioni. Solitamente, attinge da due fonti: temperamento o aggressività. Nel caso del bullo, esso alimenta il gioco, la predazione e l’azione fisica utilizzando l’aggressività per cui è facile che dia sfogo ad atti di morso, di combattività e di rissa.
Una buona educazione e qualche base di addestramento possono cambiare la fonte dell’energia e indirizzarla sul temperamento, ma,  nel rispetto degli altri cani, è sempre bene evitare che il nostro cane possa fare bullismo nei confronti di altri conspecifici.

Nicoletta Fabiano con Bull Terrier, bullismo nei cani


Il bullismo nell’uomo, invece, non possiamo certo giustificarlo con un fattore genetico o di selezione. E’ l’ambiente di crescita e l’educazione appresa dalla famiglia, dalla scuola e dai coetanei che influisce parecchio. In fondo si tratta sempre della fonte di energia che si utilizza per relazionarsi con gli altri che fa diventare una persona prepotente e dominante.

Quando da piccoli giochiamo con gli altri, sperimentiamo come ottenere successo e vittorie rispetto ai nostri compagni e prendiamo come esempio quelli che riteniamo essere i vincitori, i ragazzi più grandi di noi o i nostri genitori. E’ in questa fase che selezioniamo le fonti di energia migliori che abbiamo a disposizione. Quindi, molto spesso, è il modello a cui facciamo riferimento che diventa quasi responsabile delle nostre azioni e scelte future. Se questo è un esempio aggressivo, automaticamente anche i nostri atteggiamenti verteranno verso quella fonte di energia. Al pari di un muscolo, più utilizziamo l’aggressività più questa cresce la propria capacità, così ci ritroviamo velocemente a ricorrere più spesso a questa energia perché sarà sempre la risorsa più grande a nostra disposizione rispetto alle altre.

Le vittime del bullismo

Per quanto riguarda la vittima del bullismo, di solito è un soggetto che non riesce ad attingere alle sue fonti di energie per contrastare un abuso, per cui trova come unica soluzione sottomettersi. La mancanza di reazione a una prepotenza spesso può accadere perché si è stati inibiti all’azione, perché si è cresciuti in un ambiente poco stimolante, perché si viene addestrati a utilizzare la ragione a discapito delle energie fisiche.

Un lavoro introspettivo, sia che si tratti della vittima che del carnefice, è prendere la consapevolezza delle fonti che alimentano le nostre azioni.

Visione Zen

Nello Zen di Thich Nhat Hanh questo lavoro viene descritto come semi che annaffiamo dentro di noi. Più annaffiamo i semi della rabbia più alimentiamo l’energia dell’aggressività. Ma ancora, le nostre azioni annaffiano pure i semi delle persone con cui ci relazioniamo, per cui è compito nostro fare in modo che alimentiamo sempre le energie positive negli altri, che siano i nostri figli, i nostri alunni, i nostri clienti e soprattutto i nostri cani.

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fabrizio zerbo,
si ringrazia Nicoletta Fabiano per le foto e
Gabriele Melito per il video